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Come creare musica Vaporwave con iZotope Spire Studio

Vaporwave

Da qualche parte, dopo l’esplosione della chillwave agli inizi degli anni 2010, il mondo di internet ha inventato la vaporwave, un micro-genere di musica elettronica immerso in un’ondata di nostalgia estetica, ironia musicale e meme “oscuri”. La Vaporwave prende gran parte della sua ispirazione dalla “mood music” degli anni ’80 e ’90 (pensate alla musica da ascensore o alla musica delle chiamate in attesa). Alla base del genere c’è un sound di produzione primitivo e retrò, che crea una firma sonora strumentale dal gusto vintage, denso e analogico. Artisti come James Ferraro e Ramona Xavier con il progetto Vektroid utilizzano queste qualità per creare canzoni che ricordano le musiche di Windows ’97. Emulare queste tecniche di produzione per creare musica vaporwave con Spire Studio è molto più semplice di quello che potresti aspettarti.

Parte degli effetti base della Vaporwave (distorsione a nastro, riverbero con gate e via dicendo) possono essere ricreati utilizzando i simulatore di amplificatori e gli effetti per voce. Il Bass Amp può emulare il suono di un filtro low pass, mentre il Classic Stack può trasformare un beat in una drum machine primitiva. Con un po’ di immaginazione, questi effetti di Spire Studio possono essere utilizzate in vie inaspettate. Adesso, immergiamoci nel “subconscio” dell’internet per costruire una canzone vaporware utilizzando gli effetti di registrazione di Spire Studio. Ma prima ascoltate la nostra traccia reference:

Musica estetica Vaporwave
La Vaporwave è tanto un genere musicale quanto un approccio estetico

Mantieni le ritmiche profonde e aperte

La maggior parte delle tracce della Vaporwave suonano come se fossero riprodotte da una radio FM dentro una grotta, e buona parte di questo ha a che fare con i riverberi delle batterie. Il componente principale di Spire Studio che può aiutare a ottenere questo effetto è la creazione di due tracce della stessa batteria utilizzando degli effetti “contrari”. Ascoltiamo la nostra traccia di batteria isolata:

Questo effetto è stato creato registrando una traccia di batteria utilizzando il Bass Amp Simulator, e l’altra utilizzando il Classic Stack con un po’ di distorsione e una quantità importante di riverbo. Utilizzare le simulazioni di amplificatori sulle drum machines crea quel suono vintage primitivo così prominente nella vaporwave. Aggiungere il riverbero a una delle tracce fondamentali contribuisce a creare quel sound “retrò”, riuscendo anche a mantenere la sensazione di avere una batteria distante.

Basso “squadrato” 

Un tratto distintivo di tante canzoni vaporwave, come “Midnight” di luxury elite, è il sound articolato ma “massiccio” del basso. Durante la ricerca di suono di synth che si abbini bene alle caratteristiche del basso vaporwave, prova a iniziare con le onde quadre. Più il sound risulta “quadrato”, meglio è.

Come con la batteria, anche far passare il basso attraverso un simulatore di ampli aiuterà a ottenere il sound di produzione vintage necessario per una canzone Vaporwave. Bass Amp è una grande scelta per i bassi synth sia perché aggiunge profondità sulle basse frequenze sia perché aiuta ad aggiungere “nebulosità” al mix con il parametro Drive. Durante la fase di scrittura, scrivere parti staccate e sincopate potrebbe giocare un ruolo importante. Considera la tua parte di basso come un ulteriore elemento ritmico aggiungendo movimento e ritmiche complementari alla traccia di batteria. La bassline, in questo caso, è il vero motore portante.

“Get wavy, baby”

I sintetizzatori con sonorità concentrate su frequenze medie e alte sono quelli che danno colore e contribuiscono decisamente alla creazione dell’estetica sonora vaporwave. Synth leggeri e “gorgheggianti” sono un must del genere. Prendete “Watching Your Dance” di 18 Carat Affair come esempio. La chiave per rendere “vaporwave” il proprio synth è aggiungere riverbero e distorsione per riempire spazi e creare distanza nel mix. I simulatori di ampli Bass Amp e Classic Stack ci aiutano anche in questo caso e l’utilizzo del low drive aggiungerà crunch e profondità ai synth, mescolandoli al meglio con la traccia di basso. Il Bass Amp mimerà l’effetto di un filtro low pass, un effetto utilizzato comunemente nelle tracce vaporwave. 

Per creare musica vaporwave, i “Vocal Effects” di Spire Studio sono un’opzione valida per un approccio di equalizzazione “soft”. Questo effetto permette di lavorare sia sul delay sia sul riverbero della tua traccia; utilizzalo per ottenere una qualità “wavy” alla tua traccia master.
Consiglio “Pro”: evita di utilizzare Pedali e Ambienti durante il tracking dei synth vaporwave. Una traccia vaporwave ideale ha dei suoni contenuti, anche se distanti. I Pedali aggiungerebbero delle qualità sonore “vicine” e “pulite” alle tracce che le farebbero sembrare scollate dal resto del mix. 

“Vaporizza il mix”

Come menzionato, vorrai fare in modo che il tuo mix risulti contenuto evitando un’apertura eccessiva nell’immagine stereo.Inizia con un leggero pan delle tue trace di batterie. Posizionale ai lati di un’immaginaria linea verticale centrale del mix. Dopodiché, posizione il basso in un punto morto centrale tra le tracce di batteria. Posiziona fine in synth, timidamente, all’estrema destra e all’estrema sinistra del mix. Mantieni i livelli di questi strumenti al pari di quelli della sezione ritmica. Qualsiasi altra traccia secondaria di synth, posizionala tra le ritmiche e i synth pannati. Mantenendo il basso al centro, con le tracce di batteria ai suoi lati, ed evitando “hard panning”, otterrai la firma sonora tipica del genere Vaporwave. 

Conclusioni

Detto fatto: ecco svelati i segreti per creare musica vaporwave, questo misterioso genere di musica elettronica. Mentre crei il tuo progetto, è essenziale avere il mente i suoni di produzione primitiva della musica elettronica anni ’80. Per ottenere questi suoni utilizza gli Amp Simulator e i Vocal Effects per creare distanza e aggiungere crunch. Evita di utilizzare Pedali e Ambienti per contenere e mantenere denso il mix. Aggiungi giusto un po’ di “ondulazione sonora” per rendere il tuo progetto “gentile” e “dolce” come la musica che ascolti durante una chiamata in attesa.

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Come equalizzare la voce lead: 9 passaggi da rispettare

Mixare la voce

Come equalizzare la voce lead… da dove iniziare?

Equalizzare la voce è un passaggio necessario. Si tratta di una buona parte del lavoro di produzione musicale e imparare come equalizzare la voce in maniera efficiente è un’arte che impiega anni ad essere perfezionata. Per introdurti al discorso, abbiamo sviluppato una lista di passaggi base che potranno esserti utili. Seguendoli, avrai un quadro della situazione. Ogni voce è differente e i tuoi strumenti potrebbero cambiare a seconda del mix, ma questo piano d’azione dovrebbe aiutarti a organizzare al meglio il tuo lavoro.

1) Ascolta il materiale

Potrebbe sembrare ovvio ma questo è il primo, inevitabile passaggio. Nessun cantante “suona” come un’altro. La voce lead può cambiare timbricamente in maniera drastica, a seconda di vari fattori. Per capire come equalizzare la voce lead bisogna senza ascoltarla bene e non per qualche istante, ma per l’intera durata della canzone. Nel corso dell’analisi puoi segnarti qualche appunto. In questa fase, potrai prendere delle decisioni per stabilire i passaggi successivi.

2) Capisci cosa vuoi mettere in risalto

Le voci hanno delle loro caratteristiche innate, con delle relative problematiche intrinseche. Il tuo lavoro sarà quello di mantenere ciò che c’è di buono e di eliminare il resto. Durante l’ascolto sarà necessario capire cosa buttare e su cosa lavorare.

La voce suona aspra nelle sue parti più acute? C’è un suono nasale che può essere ridotto lavorando nelle medie frequenze? Riguardo le basse: c’è troppo effetto di prossimità?

Alcune take, inoltre, possono essere  differenti al livello sonoro (magari per differenti scenari di registrazione: un microfono diverso o un diverso ambiente). Per questo potrebbe essere necessario un lavoro di restauro. In questa fase, stiamo utilizzando esclusivamente le nostre orecchie, senza l’aiuto di alcuno strumento, per prendere nota dei problemi di carattere generale. Prima di iniziare ad operare, però, è necessario un altro passaggio.

3) Definisci le tue intenzioni

Adesso è tempo di analizzare le voci si tutta la canzone, per capire cosa vuoi ottenere. Devono essere presenti e in primo piano? Più dentro il mix? Mediose e decise? Morbide e calde? Rispondi a queste domande e cerca di capire cosa significa tutto questo dal punto di vista dell’EQ. A volte gli artisti potrebbero fare delle richieste su come vogliono che suoni la propria voce, portando magari a qualche traccia di riferimento o uno specifico effetto. Anche questi fattori vanno considerati!

4) Pensa al processamento da applicare

Se sei un principiante, hai una lezione da imparare: devi sempre prendere con le pinze i tipi di processamento sonoro che vuoi effettuare.
Nessuna catena sonora è valida per tutti i casi. Anche se l’equalizzazione è estremamente importante, deve comunque interagire con gli altri elementi, come compressione, saturazione armonica ed effetti. Riverbero e distorsione potrebbero essere più facili da pensare che da attuare. Potrebbe essere difficile ottenere il suono di compressione che si ha in mente.

Sulle voci, lavoro regolarmente con emulazioni ottiche, FET e compressori esclusivi del mondo digitale (Nectar 3 e Neutron 3 hanno vari tipi di emulazioni). Avendone provati molti nel corso degli anni, ho un’idea di cosa potrebbero offrirmi, sia da un punto di vista dinamico sia timbrico. In questo modo posso determinare il compressore adatto tenendo in mente il suo carattere mentre equalizzo. A volte, metto un compressore subito dopo l’EQ prima di cominciare il lavoro, per poi spegnerlo e accenderlo durante l’equalizzazione. È importante considerare questi processi quando fai le tue scelte: una voce con le frequenze alte più aggressive potrebbe rispondere diversamente alla compressione rispetto a una voce più calda. Se stai utilizzando un’emulazione analogica, l’emulazione del circuito potrebbe avere le proprie caratteristiche tonali. Tieni in mente tutto questo.

Nectar 3 - Equalizzare la voce

5) Inizia il lavoro di “restauro” sonoro

Ricordi la questione delle take differenti? È arrivato il momento di lavorarci su. Puoi utilizzare l’EQ Match di RX7 o di Ozone 9 per renderle simili. Se sei abbastanza preparato, potresti tentare l’operazione con un equalizzatore affidandoti  le tue stesse orecchie, evitando ogni operazione automatizzata. Dopo averlo fatto, dovrai salvare la regione interessata come file audio da inserire nella take, o potresti utilizzare la funzione AudioSuite se stai usando Pro Tools. Una volta identificata la sorgente del problema e fatto il possibile per rendere il tutto “congruente”, come arrivare al risultato finale è una questione interamente personale.

6) Elimina le risonanze

Adesso iniziamo a “intagliare” (nel vero senso della parola) il suono. Ricorda lo step 2, dove hai determinato cosa mettere in evidenza. Alla fine di questo consiglio ti ho detto di appuntare problemi di carattere generale, anche se non eri ancora in grado di riconoscere uno specifico range di frequenze. Adesso, dovrai identificarle. Se non riesci a riconoscerle solo con le orecchie, utilizza un EQ con l’analizzatore di spettro (come quello di Nectar 3) e identifica le aree frequenziali problematiche. Potresti anche utilizzare il Vocal Assistant di Nectar per avere dei suggerimenti sui tagli da effettuare. Falli meno invadenti quando possibile. A volte, a seconda della natura del taglio, potresti avere bisogno di aggiungere un leggero boost prima e dopo il taglio, a seconda del cantante.

Infatti, ogni cantante ha la propria firma “armonica”. Ad esempio: ho cantato in tutti i tipi di microfoni, passando il segnale su qualsiasi tipo di catena e, nonostante ciò, devo sempre lavorare sempre sullo stesso range di frequenze nella mia voce: 300 Hz, 700 Hz e 4 kHz. In queste frequenze succede veramente di tutto e credo sia dovuto alla forma della mia faccia. Un EQ sulla mia voce risulta essere così, quando viene utilizzato per tagliare:

Nectar 3 - Equalizzare la voce

Se lavori sempre con lo stesso cliente, inizierai a riconoscere sempre lo stesso tipo di operazioni. Ad esempio, ho missato parecchie voci di Leland Sundries negli anni, e ho cominciato a notare che la voce lead difficilmente richiedeva un controllo pesante delle sibilanti, perché semplicemente non ne produceva di fastidiosi. Tuttavia, aveva sempre bisogno di un’attenuazione sui 600 Hz. In effetti non esistono regole fisse sul come equalizzare la voce, bensì dei passaggi obbligati su cui ragionare.

7) Equalizza e trova lo spazio nel mix

Per questo passaggio, torniamo un secondo allo step 3: ovvero, le intenzioni del tuo mix. Se ci hai ragionato a sufficienza, già saprai cosa vorrai far uscire dalla tua voce. Saprai se vorrai una presenza decisa sulle alte frequenze o se vuoi un tono più caldo e morbido. È arrivato il momento di trasformare questi desideri in scelte concrete, come fare un leggero shelving sulle alte o aggiungere delle campanature nel midrange.

Come farlo dipende dal cantante in esame, dalle tue intenzione specifiche e come la voce reagisce all’EQ. Se, per esempio, vuoi un sound più caldo potresti arrivarci con un EQ dinamico. Organizza un high shelf dinamico per tagliare solamente nei momenti più alti. Così, a 3 dB di gain potresti avere una riduzione di 1 dB dagli 8kHz in poi. Puoi fare questa operazione con Neutron 3. 

Come realizzare questa operazione, può dipendere anche da dove vuoi inserire il compressore. Alcuni tecnici del suono amano tagliare, comprimete e poi effettuare le operazioni di EQ boost dopo aver compresso. Altri preferiscono fare tutto prima o dopo la compressioni. Altri decidono di volta in volta. Questa è un altro motivo per tenere a mente le caratteristiche del tuo compressore mentre equalizzi. 

8) Controlla le frequenze in conflitto con il mix

Attraverso tutto il processo, dovrai assicurarti che la voce non entri in conflitto con altri elementi necessari, come rullanti o altri strumenti armonici importanti. Potrai usare le tue orecchie per ricavare dello spazio nel mix, ad esempio mettendo in solo la voce con gli strumenti problematici per isolare al meglio i problemi e prendendo le decisioni appropriate. Ma comunque, se vuoi risparmiare del tempo, potresti utilizzare l’unmasking del Vocal Assistant di Nectar 3 per creare una curva di equalizzazione sugli altri strumenti, in modo che escano fuori dal range della voce. È sufficiente inserire Relay (incluso con Nectar 3) nella traccia di strumento o il bus corrispondente, scegliere la modalità unmask in Nectar 3 e seguire le istruzioni: la traccia con il Relay sarà equalizzata per lasciare spazio alla voce. 

9) Gestisci le sibilanti con l’equalizzatore dinamico

Non abbiamo ancora parlato delle sibilanti, perché molti tecnici hanno differenti filosofie su come gestirle. Io preferisco applicare del de-essing sul top, prima di iniziare a lavorare equalizzando sulle alte, ma altri preferiscono procedere in maniera diversa. Alcuni preferiscono andare per step, facendo un boost sulle alte con uno shelving, poi applicare il de-essing, poi comprimere e ripetere di nuovo l’interno processo. Allo stesso modo, la decisione di utilizzare un clip-gain, un compressore dedicato o un EQ dinamico è una scelta di preferenze personale. L’unica certezza è che prima o poi dovrai decidere come procedere. Personalmente, preferisco risolvere il problema delle sibilanti prima di applicare qualsiasi compressione globale, dal momento che un compressore può metterle in risalto. Preferisco utilizzare il clip gain e l’EQ dinamico, e farlo subito.

Queste riflessioni ci portano a questioni riguardanti l’utilizzo dell’EQ dinamico. Spesso, tra i 2 e i 3 kHz, c’è dell’asprezza sonora fastidiosa da eliminare. Toglierla completamente, tuttavia, potrebbe togliere vita alla traccia. È qui che l’EQ dinamico aiuta, dal momento “abbassa” queste frequenze solo quando necessario. È un approccio valido anche sulle frequenze nasali (600-800 Hz), o quelle più cavernose (300-400 Hz circa). Neutron 3 offre più controllo sull’attacco e il rilascio di Nectar 3, ma Nectar 3 ha un EQ dinamico intuitivo ed efficace. 

Nectar 3 - Equalizzare la voce

La nostra speranza è che questi suggerimenti ti aiutino a capire come equalizzare la voce e, in generale, a sviluppare una metodologia applicabile a qualsiasi traccia. In questo modo, potrai essere sempre più veloce ed efficiente.